Quanto è pericoloso fare sport per le strade italiane

Ho letto stamani la notizia di un podista toscano, Andrea Ciampi, che proprio il giorno del suo 39° compleanno è stato investito -ed ucciso- da un’auto mentre si stava allenando.

E’ probabilmente l’ultimo, cronologicamente parlando, di tutta una serie di vittime della strada. Vittime che stavano facendo sport, in bici, a piedi, correndo…e sono state falciate.

Chi fa sport su strada, come la corsa o il ciclismo, sicuramente si sarà trovato coinvolto in situazioni di pericolo. E d’inverno è ancora più facile correre simili rischi: proprio questa sera sono uscito per un allenamento di 10 km. Uscito di lavoro alle 15:30, sono partito a corsa poco dopo, alle 16:00 circa. Era già l’imbrunire e proprio negli ultimi 3 km del percorso, tra lo svincolo della Siena-Grosseto e  San Rocco a Pilli, è calata la sera. Avevo addosso il consueto abbigliamento tecnico, con fasce riflettenti e colori accesi: questo non ha impedito ad alcune auto, come mi capita troppo spesso, di farmi “il pelo” mentre sfrecciavano ad alta velocità sulla strada che porta verso San Rocco a Pilli.

Ci sarebbe tanto da dire, ad iniziare dalle condizioni pessime, sia di pavimentazione che di illuminazione, delle nostre strade: interi tratti di strada dentro i centri abitati, senza marciapiede, senza banchina e senza adeguata illuminazione.

C’è anche molto da dire sullo stile di guida di molti automobilisti, che non capiscono la pericolosità di guidare ad alta velocità in condizioni di scarsa visibilità. C’è anche da dire sulle brutte abitudini di alcuni sportivi, tra cui molti ciclisti, che non rispettano il codice della strada e non si adoperano per evitare gli incidenti.

Insomma, un bel mix di responsabilità, condito da una pesante assenza di controlli e sanzioni da parte delle autorità preposte. Nel frattempo, però, si continua a morire…

Nella foto: un tratto di Via del Castruccio, nel centro di San Rocco a Pilli. Notate l’assenza di marciapiedi e di lampioni.

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