Cosa fare in caso di emergenza ?

Mi rendo perfettamente conto della troppa “genericità” della domanda ma si tratta ovviamente di una provocazione: cosa bisogna fare in caso di emergenza ? O, meglio, come abbiamo visto qualche mese fa anche a Siena, ad esempio, in caso di terremoto, come bisogna comportarsi ? Quali sono i protocolli di sicurezza ? Dove sono i luoghi sicuri ? Come comportarsi ? Chi coordina i soccorsi ? Chi contattare in caso di bisogno ?

Domande probabilmente banali ma vi sfido a dare risposta a ciascuna di essere, immaginando di trovarsi in una situazione di emergenza (come in caso di terremoto).

Un passo indietro: come ricorderà chi mi segue, proprio due settimane fa ho ricevuto risposta ad una mia interrogazione sulla sicurezza degli edifici pubblici del Comune di Siena, in particolar modo sulle scuole: solamente due, in tutto il territorio senese, sono a norma antisismica (Le scuole comunali senesi NON sono antisismiche, sapevatelo !).

Proprio stamani, ma forse è una coincidenza, ho partecipato ad un corso di formazione obbligatoria su cosa fare in caso di terremoto, tenuto dal prof. Dario Albarello, direttore del progetto DPC-INGV-S3 sulla “Previsione a breve termine e preparazione dei terremoti”. L’aspetto più interessante di tutto il corso è stata la percezione distorta che ognuno di noi ha relativamente alle “emergenze”: quando pensiamo ad un terremoto, subito immaginiamo case che crollano e decine di persone sepolte sotto le macerie. In realtà, una forte percentuale dei morti e dei feriti in questi casi è dovuto ai cedimenti di parti non strutturali (intonaci, canaline, tegole, armadi, scaffalature), compresi coloro che, usciti di fretta dalle case, indugiano nelle strade e vengono investiti dai calcinacci che cadono dall’alto.

E’ bene a questo punto specificare che le norme antisismiche prevedono che l’edificio non crolli, non che i calcinacci o le canaline non debbano cadere !

Pertanto si torna alla domanda madre: cosa bisogna fare in caso di emergenza ?

Secondo il TUEL, art. 54, il Sindaco, quale ufficiale del Governo, “sovrintende all’emanazione degli atti che gli sono attribuiti dalla legge e dai regolamenti in materia di ordine e sicurezza pubblica” ed è tenuto, secondo la legge n. 100/2012, ad approvare il piano di emergenza comunale, “redatto secondo i criteri e le modalità riportate nelle indicazioni operative del Dipartimento della Protezione Civile e delle Giunte regionali.“, ovvero:

  • assegna la responsabilità alle organizzazioni e agli individui per fare azioni specifiche, progettate nei tempi e nei luoghi, in un’emergenza che supera la capacità di risposta o la competenza di una singola organizzazione;
  • descrive come vengono coordinate le azioni e le relazioni fra organizzazioni;
  • descrive in che modo proteggere le persone e la proprietà in situazioni di emergenza e di disastri;
  • identifica il personale, l’equipaggiamento, le competenze, i fondi e altre risorse disponibili da utilizzare durante le operazioni di risposta;
  • identifica le iniziative da mettere in atto per migliorare le condizioni di vita degli eventuali evacuati dalle loro abitazioni.

Dal sito web della Protezione Civile si apprende che non tutti i comuni italiani hanno adempito a tale obbligo, anche se è bene specificare che Siena lo ha fatto (Mappa dei piani di emergenza comunali). Purtroppo però non sono stato capace, a fronte di alcune ricerche, di trovarla sul Web: per questo ho depositato una interrogazione per chiedere dove e come è stata pubblicizzata, anche perché un piano di emergenza non noto è come se non esistesse.

Si torna pertanto alle domande banali che facevo inizialmente. Se a Siena si verificasse un evento sismico del VII grado della Scala Mercalli, come già accaduto nel 1798, sapete come comportarvi, dove radunarvi e chi contattare (e come) ?

Io no.

 

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