CittadinoMedio.online, sensibilizzare in modo immediato (e provocatorio)

Si diventa più comprensibili quando si è vulnerabili.”
Katy Perry

Qualcuno potrebbe storcere il naso davanti al quel “cittadino medio” che sembra quasi denigratorio. In realtà, la provocazione di questo nuovo esperimento sociale di awareness destinato ai cittadini sta tutta lì: nei comportamenti “online” del cittadino medio, poco avvezzo alla tecnologia (magari vantandosene) ma vorace consumatore di fake news, partecipante a gruppi Whatsapp e sempre presente, tra mille difficoltà, nelle riunioni virtuali via Zoom o Meet.

È l’ora di ammetterlo: la tecnologia ci ha sopraffatto. Perché un problema non diventa tale fino a che non si ha la consapevolezza che esista. E la mancanza di un adeguato livello di cultura sulla tecnologia che quotidianamente il cittadino medio utilizza è evidente, palese, lapalissiana.

In neanche 20 anni realtà come Facebook (lanciato nel 2004), Google (1998), Amazon (1994), Apple (1976) e Microsoft (1975), conosciute anche con l’acronimo GAFAM, hanno radicalmente stravolto la nostra società, il nostro modo di lavorare, i nostri consumi, le nostre abitudini quotidiane.

I nostri smartphone sono diventate appendici del nostro corpo: sempre in mano, in ogni occasione, per rimanere connessi a quella Rete virtuale di contatti (amici, parenti, colleghi), di intrattenimento e di informazione 24 ore al giorno, 365 giorni l’anno.

Riusciremo, oggi, a immaginare una società senza Internet? Probabilmente no.

E per quanto riguarda i rischi e i pericoli derivanti dalla diffusione di queste tecnologie in ogni aspetto della nostra vita, della nostra quotidianità, possiamo dire di averne la giusta consapevolezza?

Sembra di vedere i primi anni del 900, quando le auto iniziarono a essere presenti sulle strade. Primi incidenti, primi feriti, prime vittime. Qualcuno si interrogò se non fosse necessario regolamentare e nel 1926 a Parigi si tenne la prima conferenza sul traffico veicolare che sancì alcune regole comuni per la conduzione dei veicoli a motore.

Oggi nessuno penserebbe di mettere alla guida della propria auto una persona senza patente. Non tanto per le sanzioni quanto per la consapevolezza che condurre un mezzo a motore comporta dei rischi, dei pericoli e delle conseguenze anche molto spiacevoli. La patente è un documento che (quantomeno dovrebbe!) attesta la conoscenza, verificata attraverso un esame, di alcuni principi base e delle regole comuni stabilite dal CdS, necessarie a mantenere ordine e sicurezza sulle strade.

Per Internet e per i potentissimi dispositivi tecnologici che quotidianamente teniamo in tasca, nessuno verifica la nostra capacità di saperli usare o di comprenderne i rischi. Il risultato è che ci siamo affidati totalmente, con fiducia, ai produttori e ai fornitori dei servizi che utilizziamo. Fiducia che non sempre è ben riposta, come dimostrano i risultati di alcuni reportage (tra cui The Social Dilemma), con conseguenze anche sulle nostre libertà civili, sulla politica e sulla democrazia.

Troppo severo? No, non credo. Credo invece nella necessità di lavorare sulla consapevolezza dei rischi dell’uso della tecnologia. Rischi che hanno delle conseguenze economiche anche molto pesanti (le recenti campagne da parte di ransomware lo hanno dimostrato) e che, se non compresi, possono portare a una pesante –e non sempre piacevole– trasformazione della nostra società.

Da qui nasce l’idea del progetto “Cittadino Medio”, cittadinomedio.online, con l’obiettivo ambizioso di provare a sensibilizzare su tematiche come cybersecurity, privacy e anonimato in Rete utilizzando un linguaggio semplice, diretto e senza fronzoli.

Con una certa dose d’ironia, il visitatore si trova davanti delle situazioni comuni per le quali è offerto un approfondimento e consigli pratici.

Nella speranza di contribuire, anche solo un po, a migliorare la comprensione e la consapevolezza di quel mondo virtuale che si cela dietro lo schermo del nostro PC e del nostro smartphone.

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