A Parma il salone del Camper. A Siena, invece…

Mentre Parma si appresta al suo tradizionale appuntamento fieristico del “Salone del Camper, per la presentazione delle ultime novità sul turismo itinerante, Siena rimane ancora a guardare –ed a non capire– le potenzialità di chi preferisce viaggiare in libertà.

I dati ci dicono che, in Italia, la spesa dei turisti in camper è cresciuta di quasi l’8%, mentre quella dei turisti tradizionali si attesta a meno del 3%. A cui si aggiunge il forte incremento di coloro che scelgono il camper (oltre 800.000 italiani) per le proprie vacanze: a noleggio o acquistato, sfatiamo subito la falsa credenza che chi decide per la vacanza itinerante lo fa per risparmiare, visto gli esorbitanti costi del carburante (e il camper consuma molto…), delle autostrade (dove pagano più delle auto) e delle (poche) aree di sosta disponibili.

Il settore camperistico è inoltre il più importante “asset industriale” della nostra provincia mentre, paradossalmente, sul lato dell’accoglienza, Siena e le altre vicine città d’arte sono piuttosto carenti, se non proprio ostili, a questa forma di turismo.

Ad iniziare da assurdi divieti (emblematico quello in Pescaia, nella zona dell’ex-tiro a segno, peraltro oggetto di una mia interrogazione dove mi venne confermata l’irregolarità dello stesso….), da aree di sosta inadeguate e molto costose rispetto ai servizi offerti (20€ al giorno al Fagiolone e presso il Palasport della Mens Sana, senza possibilità di frazionamento per soste di poche ore) e dall’assenza di qualsivoglia servizio di accoglienza dedicato a questa interessante forma turistica che porta con sé opportunità economiche che altre città, ben più lungimiranti, hanno saputo sfruttare.

Non è certo un mistero che la precedente Amministrazione non vedeva affatto di buon occhio questa opportunità. Ma ormai i tempi sono abbondantemente maturi (in realtà, siamo in colpevole ritardo) per far compiere anche a Siena quello “scatto” in avanti per offrire servizi migliori, a prezzi adeguati e, soprattutto, organizzare l’accoglienza del turismo itinerante anche per minimizzare i disagi ai residenti e stimolare l’economia di questo settore.

Voglio concludere con qualche semplice consiglio da “camperista della domenica” quale sono: predisporre e pubblicizzare adeguatamente delle aree di sosta dedicate ai camper con colonnine (a pagamento) per l’acqua, l’elettricità e zona di scarico dei reflui. E’ il “minimo sindacale”, a cui dovrebbe ovviamente affiancarsi la possibilità di raggiungere il centro storico usando i mezzi pubblici.

Perché sarà anche vero che il camperista “non mangia al ristorante” né “dorme all’albergo” ma certamente deve acquistare il cibo e fare rifornimento di carburante, oltre a tutte le altre “amenities” tipiche dei viaggiatori che amano godersi con calma il viaggio, l’opposto del ben poco redditizio “mordi e fuggi” contemporaneo, guardando molto di più alla Qualità. Anche dell’accoglienza.

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