Il mio #vinciamonoi tour

Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono
a chi sogna soltanto di notte. Edgar Allan Poe

Non chiedetemi per chi voterò domani: lo sapete già.

Domani sosterrò, con convinzione, il mio sogno di vivere in un paese normale, condiviso con centinaia di migliaia di altri Italiani ieri sera in una Piazza San Giovanni, a Roma, gremita e festante, dove si è conclusa una delle più difficili campagne elettorali della cosiddetta “seconda Repubblica”.

Difficile perché per la prima volta c’era un nemico comune da abbattere, il MoVimento 5 Stelle: preso di mira da Piddì e Piddielle, Beppe Grillo è diventato il pericolo numero uno per la nostra nazione, il mostro da combattere, che non fa più ridere ma “fa paura” (Piddìelle), un “buffone da non votare” (Renzi), un “nazista come Hitler” (Piddì)…

Dopo che il MoVimento 5 Stelle è entrato in Parlamento, i comitati d’affari, travestiti da forze politiche (più o meno “democratiche”) hanno capito che potevamo rompergli il giochino con il quale hanno continuato, negli anni, a speculare sulle nosre teste ed a svendere il nostro patrimonio. Per la prima volta in 20 anni, in Parlamento c’è l’opposizione. Seria, preparata, non ricattabile. Cittadini liberi decisi a fare chiarezza sulle porcate fatte dai Partiti negli ultimi decenni. E questo, ovviamente, fa paura.

Mercoledì sera ero a Firenze, in Piazza SS Annunziata, anch’essa gremita di gente. E non ho visto pericolosi sovversivi, terroristi, delinquenti o massoni. Anche ieri sera a Roma, in mezzo ad altre centinaia di migliaia di italiani, ho visto visi sorridenti, fiduciosi, colmi di speranza.

Persone che hanno vissuto una emozione forte nel minuto di silenzio in onore delle tante vittime di mafia, nell’anniversario della strage di Capaci. Il ricordo di Falcone, Borsellino e gli agenti della scorta, Peppino Impastato, Pio La Torre… vittime di questo Stato colluso con la Mafia, che ha abbandonato i propri eroi al loro tragico destino. E poi sul palco arriva Ferdinando Imposimatopresidente onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione, che tra una pioggia di applausi interviene con un bellissimo discorso sulla legalità. 

E poi, incitati da Casaleggio, la piazza esplode evocando Enrico Berlinguer e la sua ancora tristemente attuale “questione morale”:

« La questione morale esiste da tempo, ma ormai essa è diventata la questione politica prima ed essenziale perché dalla sua soluzione dipende la ripresa di fiducia nelle istituzioni, la effettiva governabilità del paese e la tenuta del regime democratico. » 

Arriva Beppe, la Piazza è in fermento. E recita il famoso Discorso all’Umanità del Grade Dittatore di Chaplin:

« Noi tutti vogliamo aiutarci vicendevolmente. Gli esseri umani sono fatti così. Vogliamo vivere della reciproca felicità, ma non della reciproca infelicità. Non vogliamo odiarci e disprezzarci. Al mondo c’è posto per tutti. E la buona terra è ricca e in grado di provvedere a tutti.
La vita può essere libera e bella, ma noi abbiamo smarrito la strada: la cupidigia ha avvelenato l’animo degli uomini, ha chiuso il mondo dietro una barricata di odio, ci ha fatto marciare, col passo dell’oca, verso l’infelicità e lo spargimento di sangue. Abbiamo aumentato la velocità, ma ci siamo chiusi dentro. Le macchine che danno l’abbondanza ci hanno lasciato nel bisogno. La nostra sapienza ci ha resi cinici; l’intelligenza duri e spietati. Pensiamo troppo e sentiamo troppo poco. Più che di macchine abbiamo bisogno di umanità. Più che d’intelligenza abbiamo bisogno di dolcezza e di bontà. Senza queste doti la vita sarà violenta e tutto andrà perduto. […] . » 

Nelle nostre piazze ho visto persone vere, sorridenti, libere. Persone che condividono un grande sogno, il sogno di un Paese normale, dove chi sbaglia paga, dove i delinquenti finiscono in galera (e non in Parlamento), dove la mafia viene combattuta (e sconfitta), dove finalmente sia orgoglioso definirsi “italiani”.

Vivere la piazza, insieme a tanta gente, nel rispetto, nella gioia di stare insieme e la consapevolezza di esserci, di lottare per il nostro grande sogno. Che non è solo il sogno di Grillo o di Casaleggio, come vorrebbero farci credere.

Forse sto scrivendo con troppa enfasi ma non saprei quali parole usare per descrivere le sensazioni che ho provato ieri sera a Roma: non era un comizio, era una festa. Migliaia di pullman, auto, treni da tutta Italia, dalla Basilicata, dalla Calabria, dalla Puglia, dal Trentino, dal Veneto, dal Fiuli …tanti dialetti, tante culture, volti, visi, sorrisi, sogni e speranze di un futuro diverso, per noi, per il nostro Paese.

Domani l’Italia sarà ad un bivio: o NOI o LORO.

Io non ho dubbi: comunque vada #vinciamonoi

Ed ora godetevi qualche scatto della serata finale a Roma, in Piazza San Giovanni, del #vinciamonoi Tour (23 Maggio 2014):

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