L’utopia e la paura della democrazia diretta

Ieri sera ho partecipato, come ho già scritto anche sul sito del Movimento Siena 5 Stelle, all’incontro con i cittadini di Ginestreto.

E’ stata una bella occasione per farmi conoscere: tra i 5 candidati “sindaco” sono sicuramente l’outsider. C’è stato chi mi ha chiesto: “scusa, ma quanti anni hai ? Sei giovanissimo !”. Scherzandoci su, rispondo che ho 33 anni: forse sono pochi per diventare sindaco ma abbastanza per provarci.

Tralasciando di dettagli sull’incontro, vorrei riflettere su quelle che sono le peculiarità di una campagna elettorale classica. In questo periodo si vedono i vari politici a giro per il feudo ad incontrare i sudditi e mettersi a loro disposizione, con promesse vane (definite, appunto, “elettorali”) condite con una bella dose di demagogia.

ATTENZIONE: Non entrerò nel merito di chi ha detto cosa, pertanto non chiedetelo.

Perchè feudo ? Penso sia innegabile che quando viene conquistato il potere, il principe di turno si rinchiude nelle stanze dorate ben lontano dalla plebe (sudditi), dedicandosi alla gestione del potere economico. Quante volte, ad esempio, il sindaco eletto è tornato da voi a chiedervi quali sono le priorità, i problemi, le necessità ? Sono ragionevolmente convinto che la vostra risposta sarà univoca: MAI.

Ecco perchè abbiamo deciso di creare la Lista Civica Movimento Siena 5 Stelle. Tra di noi non ci sono politici, nessuno ha tessere di partito, non abbiamo avuto condanne penali nè in giudicato nè processi penali in corso. Abbiamo anche accettato il vincolo di 2 mandati massimi, arrivando addirittura a proporne SOLO 1. Perchè ? E’ chiaro a tutti che quando uno arriva alla comoda poltrona del potere, lasciarla è ben faticoso: secondo voi lavorerà per il popolo o per mantenere il potere ? A voi la risposta.

Questo è il messaggio che, faticosamente, vorremmo far passare a chi ci ascolta. Purtroppo è difficile: molti sono, comprensibilmente, sfiduciati. Molti anche quelli che, da anni, neanche votano più. La disaffezione politica è altissima e questo, pur rappresentando un pericolo per la democrazia, è sicuramente un vantaggio enorme per i Partiti, sempre più arroccati nelle loro fortezze del potere.

Fortunatamente sono anche molti coloro che non si arrendono a questo sistema ma che provano a reagire. Confesso che è difficile: la burocrazia sembra creata ad-hoc per impedire a nuovi soggetti di presentarsi. A partire dalle sottoscrizioni: per poter raccogliere le 200 firme necessarie alla presentazione abbiamo avuto la fortuna di avere la disponibilità del Prof. Mario Ascheri: senza un certificatore (Notaio, consigliere comunale….) è impossibile la raccolta delle sottoscrizioni. Certo, sarà una garanzia, ma ben capite che in un momento di forte competizione è difficile trovare consiglieri disponibili ad aiutare altri soggetti politici ! Doveroso anche ringraziare i gentilissimi impiegati dell’Ufficio Elettorale del Comune di Siena che, con estrema pazienza e professionalità, ci hanno aiutato ad espletare le procedure richieste.

Addirittura, ed è divertente citarlo, sono stato il primo candidato sindaco galoppino di se stesso: mi sono occupato personalmente di gran parte dei rapporti con l’ufficio elettorale (essenzialmente per comodità logistica), tanto che mi hanno confessato di essere stato il primo candidato sindaco ad essere presente alle operazioni di revisione e controllo delle sottoscrizioni e della lista. E’ stata una bella palestra 🙂

Ma torniamo a noi, alla questione della Democrazia diretta che tanto spaventa candidati ed anche alcuni elettori. Democrazia diretta significa che chi amministra un comune, si rivolge direttamente ai suoi concittadini per prendere decisioni inerenti la città: gli strumenti ci sono, tra cui i referendum e le proposte di legge popolari.

Pochi lo sanno ma in Italia gli strumenti di democrazia diretta sono stati introdotti negli statuti dei comuni a partire dagli anni ’90, grazie alla Legge 8 giugno 1990, n. 142 denominata “Ordinamento delle autonomie locali”. In particolare, all’articolo 6 – Partecipazione popolare, si legge:

1. I comuni valorizzano le libere forme associative e promuovono organismi di partecipazione dei cittadini all’amministrazione locale, anche su base di quartiere o di frazione. I rapporti di tali forme associative con il comune sono disciplinati dallo statuto.

2. Nel procedimento relativo all’adozione di atti che incidono su situazioni giuridiche soggettive devono essere previste forme di partecipazione degli interessati secondo le modalità stabilite dallo statuto.

3. Nello statuto devono essere previste forme di consultazione della popolazione nonché procedure per l’ammissione di istanze, petizioni e proposte di cittadini singoli o associati dirette a promuovere interventi per la migliore tutela di interessi collettivi e devono essere altresì determinate le garanzie per il loro tempestivo esame. Possono essere previsti referendum consultivi anche su richiesta di un adeguato numero di cittadini.

Come vedete non chiediamo nulla di strano ma la semplice applicazione della legge in una forma tale da consentire una VERA partecipazione diretta dei cittadini alle decisioni del Comune.

Si discuterà di come introdurre sistemi di voto per i referendum popolari: nel 2011, con una Facoltà di Ingegneria e numerose spin-off hi-tech, sono sicuro che sistemi di voto elettronico (Come quelli adottati dal Parlamento Europeo di Bruxelles e Strasburgo), sono già disponibili.

Sono convinto che lo scoglio principale sia la volontà di adottare forme di partecipazione attiva dei cittadini alle decisioni del Comune: siamo ormai fossilizzati sull’idea che il solo nostro scopo è apporre una “X” sulla scheda elettorale e sperare che sia il meno peggio. Ho 33 anni, da 15 anni elettore, e vi dico sinceramente che SONO STANCO di questo sistema. Anche dal punto di vista del politico e del partito, domandatevi se vale la pena rinunciare al POTERE (come un principe): la risposta è scontata.

Però i tempi cambiano ed il sempre attuale trasformismo italico è all’opera, più attivo ed efficace che mai: molti partiti parlano da anni di “carta etica” (che senso ha ?), di partecipazione attiva, di ascolto e di forum aperti alla cittadinanza. Fumo negli occhi. Chiunque abbia partecipato a questi incontri sarà rimasto profondamente deluso: spesso sono monologhi utili solo ad arrotare la lingua per lusingare il principe e la sua corte.

Dopo tante delusioni è arrivato il momento di provarci anche noi, a Siena. Loro non si arrenderanno mai, noi neppure.

 

 

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