A 20 anni dalla caduta del muro

Il muro di Berlino cadde, prima virtualmente e poi fisicamente, 20 anni fa. Ieri sera, su Rai 3, la Grande Storia ha raccontato alcuni dei numerosi tentativi, falliti e riusciti, per andare da est ad ovest. Persone che hanno scavato tunnel, nascoste nei cofani delle auto, che rubarono mezzi blindati per abbattere il muro e fuggire, a piedi, tra le pallottole dei guardiani. Altre hanno attraversato il Baltico, 70km, su un surf mentre famiglie hanno tentato la fuga -riuscita al secondo tentativo- con una mongolfiera autocostruita. Insomma, la voglia di libertà era talmente forte da far rischiare la vita ad intere famiglie. E durante la trasmissione mi è venuto in mente quando sono stato a Berlino: le croci bianche, con nome cognome e foto, dalla parte opposta alla Porta di Brandeburgo, a ricordo delle oltre 1000 vittime del muro, gran parte giovani. “Non ti rendi conto di quanto sia importante la libertà finchè non ti manca” ha detto uno degli intervistati. E mentre le foglie degli aceri ingialliscono, in questo strano inizio d’autunno 2009, penso alla nostra libertà. Penso a Santoro, alla Gabbanelli ed ad altri mille giornalisti a cui viene impedita la libertà di raccontarci la Loro Italia, condivisibile o meno. E penso che anche in Italia abbiamo un muro, da abbattere: un muro costruito 15 anni fà, fatto di eletroni e di etere, di quel tubo catodico -oggi LCD- che condiziona le nostre vite e coscenze. Un muro fatto di verità scomode, di realtà che non si vuole vedere, di mistificazioni. E vedo anche giovani, e meno giovani, che provano a saltare al di là del muro: questa è la rete, fatta di informazioni che girano senza censura, che rimbalzano da un blog all’altro. Foto e video inequivocabili, censurate dalle TV, sulla rete circolano senza limite. E questo spaventa, come spaventava il regime comunista di Berlino Est. Ed allora si levano grida, urla, voglia di censura. Ed ecco che solo coloro che hanno il coraggio di tentare la traversata possono riuscire, un giorno, ad abbattere questo muro di omertà mediatica.

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