#SMAU2016 a Firenze

Gli amici che mi seguono via twitter @michele_pinassi ieri avranno visto alcuni tweet sulla mia partecipazione allo SMAU di Firenze. Erano anni che non andavo allo SMAU. L’ultima volta, forse, 10 anni fa a Milano, quando un evento così importante per il settore IT si era trasformato in una “fiera delle vanità” a chi l’aveva più grosso (“lo stand” o, come ho sentito dire ieri da un bravissimo relatore, “il capannone“). Tornavi a casa con borse piene di gadget colorati ma con ben poche nuove conoscenze acquisite. Ricordo anche stuoli di aziende informatiche con i loro gestionali sviluppati in Visual Basic o in Delphi, più concentrate sugli aspetti commerciali che sulla qualità tecnica del prodotto. Ed i big del settore con stand enormi a sovrastare tutto e tutti. Alla fine la fama dello SMAU lentamente si esaurì, così come l’entusiasmo di un settore – l’IT – che ha dovuto fare i conti con la crisi e con una cultura informatica ancora da venire, almeno nel nostro Paese segnato dal digital divide e da generazioni di ignoranti digitali felici di essere tali (“oh guardi, io con questi aggeggi un ci capisco nulla !“, che va benissimo se lo dice mio nonno. Meno se lo dice mio padre.)

Memore delle mie ultime deludenti visite, anche se appartenenti ormai al passato remoto, ero titubante nel salire sul pullman per Firenze in una caldissima giornata di Luglio. La curiosità però ha prevalso, soprattutto consultando il programma dei seminari, e devo dire che non me ne sono affatto pentito.

La prima impressione però non è stata entusiasmante: pochissimi padiglioni, poche persone, pochi ammennicoli e gingilli colorati. Ma un bel programma di seminari che, grazie a relatori competenti e capaci, hanno reso questa giornata decisamente interessante e produttiva. In particolare, ho apprezzato il seminario su I 5 ragionamenti da fare per creare un sito internet professionale di Fabrizio Caccavello: niente tecnicismi inutili ma solo considerazioni di buonsenso che ognuno di noi dovrebbe fare (e probabilmente sa di doverlo fare) quando progetta un sito web, che sia un blog personale, il portale aziendale o il sito per l’attività dell’amico. Mi è piaciuto anche Gli elementi di un blog di successo di Francesco Vernelli (che ho poi successivamente “stressato” per alcuni consigli editoriali riguardo il mio blog personale e che, lo prometto !, proverò ad applicare), chiarendo in maniera esaustiva ed aiutandosi con delle slide efficienti e ben fatte i principi base della comunicazione sul web e le strategie per, appunto, avere un blog di successo.

Tra gli stand presenti, tra cui alcune startup ed ex spin-off degli atenei toscani, ho apprezzato il lavoro della Glitch Factory, che unendo design e tecnologia wearable sta lavorando ad alcuni ausili tattili molto interessanti. Fantastica idea l’amplificatore passivo in legno per smartphone (una vera chicca di ingegneria e design), da loro creato come gadget per un convegno.

Interessanti anche altre realtà emergenti, come la BlueUp che sviluppa beacons bluetooth dagli usi più disparati, o la HappyMed, per  il controllo ed il monitoraggio di parametri vitali.

Piccole realtà che in una grande fiera sarebbero praticamente scomparse nel marasma di luci, display e stands. Ma che, in contesto più regionale, riescono ad ottenere l’attenzione che meritano. Anche per questo, a fine giornata, sono uscito più che soddisfatto dall’evento.

Un evento a cui credo che parteciperò in futuro, anche perché il settore si è spostato prepotentemente sulla comunicazione, un settore che coinvolge sistemisti, programmatori, psicologi e comunicatori, la cui sinergia è ormai fondamentale per tutti coloro che si affacciano sul Web: non è più sufficiente avere qualcosa da dire. Adesso è importante riuscire a dirlo bene.

P.S. nella foto di copertina, prototipo di mouse wearable della Glitch Facrtory

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