Siena e la “Terra di Siena Ultramarathon”

Domenica, dopo una allerta meteo “arancione” (moderata intensità) relativamente ad una ondata di maltempo sulla Toscana e su Siena, con la terra ancora bagnata dalla pioggia battente che è caduta fino a poco prima della partenza, alle 10:00 in punto, con il pettorale n. 1395, ho iniziato a correre il percorso che da Monteriggioni mi avrebbe portato a Siena, in Piazza del Campo.

18 Km e qualche centinaio di metri, attraverso i boschi e le campagne del senese per finire tra le vie medievali di Siena e l’arrivo nella “Piazza più bella del mondo”, insieme ad altri 432 podisti che, come me, hanno sfidato il maltempo per affrontare il percorso più corto di questa competizione, ormai giunta alla sua 3° edizione.

Era la mia seconda partecipazione (la prima, nel 2014, l’ho raccontata qui) a evento podistico che, anche se molto giovane, è riuscito a coinvolgere un buon numero di partecipanti ed offrire anche un livello di qualità nei servizi apprezzabile.

Giusto per la cronaca, 438 podisti si sono sfidati sul tracciato da 32 km (da Colle di Val d’Elsa) e 430 su quello più lungo, 52 km, com partenza da San Gimignano. In totale, 1301 podisti provenienti da tutta Italia hanno tagliato, domenica mattina, il traguardo in Piazza del Campo, sotto la nostra Torre del Mangia.

Basta scorrere velocemente le graduatorie, disponibili sul sito web ufficiale della competizione Terre di Siena Ultramarathon, per vedere podisti provenienti dal Molise, da Monza, da Rimini, da Cremona, da Napoli, da Lissone, da Trento… persone che a Siena hanno soggiornato, mangiato, visitato i nostri luoghi, le nostre terre, la nostra cultura.

E, se posso permettermi, senza grossi disagi per la nostra città: fanno sorridere le sterili polemiche per la chiusura, temporanea e parziale, di 200mt di Via Fiorentina per far passare in sicurezza 1300 podisti una fredda e piovosa domenica di febbraio.

Siena è una città che dovrebbe e potrebbe puntare molto sullo sport, soprattutto le attività all’aria aperta: i nostri paesaggi incontaminati sono famosi in tutto il mondo e gli eventi sportivi richiamano migliaia di turisti “di qualità” che, insieme alle loro famiglie, contribuiscono alla nostra economia (che, oggi come non mai, ha bisogno di trovare alternative stabili al fu “babbo Monte”).

Siena purtroppo, da ricca e piccola cittadina di provincia, ha difficoltà ad accettare la necessità di un cambiamento. L’ho constatato anche domenica, quando il percorso nelle vie del centro città, in mezzo ai passanti, invece di essere una occasione di festa e di incoraggiamento, sembrava quasi uno slalom tra i pedoni che -visibilmente infastiditi- non intendevano spostarsi di un solo centimetro. Eppure Siena è una città dalla grande tradizione sportiva e dalle passioni forti, dal calcio alla pallacanestro, ma per gli sport che “non vanno di moda” e che non “macinano milioni di €” sembra non esserci posto. Un vero peccato, perché il coinvolgimento dei cittadini negli eventi sportivi della città è la chiave per costruire una società diversa, matura, aperta e rispettosa.

Qualcuno potrebbe pensare che credo troppo nell’azione educativa sport: forse è vero, ma nella pratica sportiva amatoriale ho trovato tanti amici, persone sincere, corrette, oneste, che attraverso lo sport hanno maturato il necessario rispetto verso l’avversario che sfocia nella sana competizione e non nella becera aggressività di cui, purtroppo, le pagine di cronaca sono piene.

Lo sport, quindi, si configura non solo come strumento di coinvolgimento civico e di rilancio di una economia stagnante e troppo incentrata su una Sienaland fatta di chincaglierie “made in PRC” ma come veicolo per costruire solide basi economiche e sociali di una Siena cambiata prima nella cultura e poi, di conseguenza, nella classe politica.

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