Siena spaccata in due. No: in tre

Dopo la tornata elettorale del 26 e 27 maggio, sul campo di battaglia sono rimaste due fazioni: quella capitanata da Eugenio Neri, con la compagine del “buglione civico” che si trascina dietro impresentabili monaciani, cenniani e i pidiellini, che a Siena non riescono neppure a presentare la loro lista. Dall’altra abbiamo il PD-L e contorno, capitanata da un poco attraente –elettoralmente parlando– Bruno Valentini, che si trascina dietro l’altra parte dei responsabili del disastro cittadino. Nulla di nuovo sotto il sole.

Ovunque si guarda, quindi, c’è da inorridire.

C’è poi la terza fetta di torta, quelli delusi che non andranno a votare al ballottaggio, compreso quelli che non ci sono andati al primo turno.

Fermo restando che il diritto di voto è un importantissimo esercizio democratico e che è preciso dovere di ogni cittadino il recarsi alle urne, ammetto che se fossi un elettore del Comune di Siena, mi troverei in seria difficoltà: scegliere il “meno peggio” ? Chi ?

Mi permetterò di fare due previsioni, secondo considerazioni personali che pertanto devono essere prese con le dovute cautele.

Vince Bruno Valentini

La percentuale di ceccuzziani tra i banchi della maggioranza è molto forte. Si prevede pertanto una giunta difficilmente discontinuatrice, in quanto si dovrà comunque rendere conto al manovratore chianino. Scordiamoci pertanto, anche se a chiacchiere sono tutti bravi, la commissione di inchiesta su Banca e Fondazione MPS: si attenderà, tergiversando, la prescrizione. E poi tutti a stappare champagne alla “birreria” di Piazza del Campo. Profumo, comodamente adagiato sulla poltrona, toglierà il vincolo del 4% e con l’arrivo del nuovo socio privato salutiamo anche “Babbo Monte” e relativi, pochi, residui denari. La Fondazione praticamente scompare ed il suo Presidente Mancini potrà tirare un bel sospiro di sollievo e pensare a come godersi la sua immeritata ricca pensione.

Per la città si prospetta un sostanziale immobilismo, sempre più penalizzata dalle mancate erogazioni della Fondazione. Zero inchieste, zero processi, zero condanne: chi ha avuto….

Prospettiva di durata di questa giunta: da 18 a 24 mesi al massimo. Poi tornerà il chianino, o chi per lui, in pompa magna.

Vince Eugenio Neri

Grande delusione tra gli omini degli orti e le donnine della coppe, che non potranno capacitarsi di come hanno potuto perdere i “veri comunisti”. Pace, se ne faranno una ragione.

La Famiglia Monaci, coadiuvata dai loro fedelissimi lacchè, prendono subito in mano le redini per vendicarsi ed inizia subito una guerra fratricida trasversale. Composizione della giunta difficilissima, con spartizione di potere da Manuale Cencelli. Al di là delle tante promesse, il neo-sindaco Neri verrà subito ammaestrato e guai a chi si azzarda a pronunciare la parola Fondazione o Banca MPS. Anche in questo caso, la speranza di una “Commissione di Inchiesta” sfuma. Profumo rimarrà al suo posto e, come sopra, con l’abolizione del tetto del 4% arriverà il socio privato: idem con patate.

Il clima in città probabilmente sarebbe diverso, con equilibri di potere sensibilmente destabilizzati. Sostanzialmente però cambia poco.

Prospettiva di durata di questa giunta: dai 12 ai 18 mesi. E poi si torna alle urne.

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