Sempre peggio in Basilicata, terra ricca di petrolio e povera di diritti

Non ho potuto che sobbalzare alla notizia, pubblicata oggi su Il Fatto Quotidiano, relativamente all’accoglimento del TAR sul ricorso fatto da alcune compagnie petrolifere (Total, Eni, MedoilGas) per poter effettuare azioni di ricerca in loc. “Masseria La Rocca”, provincia di Potenza.

Del resto, ormai da anni, quando sui quotidiani a caratura nazionale si parla di Basilicata, è quasi esclusivamente per il petrolio. L’unica parentesi che ricordo fu quella relativa all’idea di creare un deposito di rifiuti radioattivi a Scansano Ionico, fortunatamente scongiurata. Forse ne sentiremo nuovamente parlare dopo il 17 ottobre, quando Matera, da favorita, potrebbe diventare la Capitale Europea della Cultura 2019. Titolo che porterà milioni di visitatori nel bellissimo capoluogo lucani, visitatori ignari di quanto sta accadendo a meno di 100 km da loro: il territorio sforacchiato, violato, inquinato e devastato per ricercare (ed estrarre) petrolio e gas dal ricco sottosuolo lucano.

Una ricchezza che solo marginalmente finisce nelle tasche dei lucani (verrebbe da dire che NON ci finisce…) e non solo per le royalties tra le più basse del mondo: gran parte dei ricavi viene sprecato in opere inutili, spesso per esaltare la magnificenza privata dei politici locali. Non ci credete ? Fatevi un giro a Viggiano, paese della Val d’Agri (Provincia di Potenza) che, a quanto si apprende dalla tabella sui gettiti delle royalties divulgata dal Ministero dello Sviluppo Economico, nel 2013 ha incassato ben 10.703.072,73€ da Eni S.p.A. e 8.983.835,49 da Shell Italia E&P S.p.A.. Totale oltre 19 milioni di €.

Di questo “stranezze” ne parlò anche Repubblica nel 2012, con una inchiesta dal titolo “In arrivo sei miliardi di royalties in 20 anni, Ma gli introiti non spingono lo sviluppo” perché, al di là del paravento della “crisi economica”, la Val d’Agri e la Basilicata intera si confermano ancora una delle regioni con il più basso indice di sviluppo e reddito pro-capite.

In particolare, consultando le statistiche dell’OECD (www.oecdregionalwellbeing.org/region.html#ITF5), la Basilicata si colloca al 17° posto (su 21) nelle regioni italiane per l’occupazione, seguita solamente da Puglia, Calabria e Campania. Anche per la ricchezza pro-capite, la posizione è sempre 17° sulle 21 regioni italiane.

Come è possibile tutto ciò, a fronte di tanta ricchezza distribuita alle amministrazioni della Regione ?

Indubbiamente la classe politica ha le sue responsabilità. In particolare, gli amministratori locali sembrano totalmente incapaci di una visione politica di lungo respiro, incastrata in un “limbo” culturale di assistenzialismo e inadeguatezza a gestire tali cifre. Eppure, verrebbe da dire, così tanti pozzi petroliferi daranno almeno lavoro alle persone del luogo ! E invece no, poiché come confermato davanti alle telecamere di La7 dall’ex presidente lucano Vito De Filippo, “la maggior parte di questi non sono Lucani perché non hanno un’adeguata formazione” (Fonte: Il potere del petrolio lucano e l’impotenza di Vito De Filippo ieri sera su La7).

Su Youtube si trova ancora lo spezzone dell’inchiesta di Report, del 2012, ed ancora a distanza di 2 anni nulla sembra essere cambiato…

C’è chi sostiene, e probabilmente a ragione, che l’impoverimento economico dell’area sia funzionale alle attività estrattive: meno abitanti, meno “fastidi” (proteste, espropri…) e forse è proprio la classe politica passata e presente la maggiore responsabile di questo disastro…

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