Perché rivolgersi altrove per valorizzare il nostro patrimonio storico artistico ?

Come cittadino desideroso di saperne di più sul tema, ho partecipato alla conferenza stampa indetta ieri sul progetto InContrada, dove hanno partecipato sia il rettore del Magistrato delle Contrade che il Consorzio di Tutela del Palio, rivendicando ancora una volta la scelta di Civita/Opera Laboratori Fiorentini come “partner” per la promozione e la vendita di biglietti.

Non volendo entrare nell’argomento contrade, poiché credo che debba essere affrontato da ognuna di esse al proprio interno, senza subire le ingerenze della politica cittadina, l’aspetto che più mi ha deluso di tutta la vicenda è stata l’assoluta mancanza di ricerca di sinergia con le varie realtà cittadine, Università in primis: abbiamo due dipartimenti (“Facoltà”) pieni di docenti e ricercatori, uno di Ingegneria ed uno di Lettere e Filosofia, senza dimenticare che lo stesso Comune di Siena ha sia un ufficio turistico (e relativo Assessore) che un ufficio stampa, dove lavorano persone degne di essere adeguatamente valorizzate, oltre alla presenza della Fondazione Musei Senesi, la “grande assente” in tutta questa vicenda.

Ma allora perché rivolgersi altrove ?

Viene addotta come giustificazione, anche per bocca del Rettore del Magistrato delle Contrade, Pacciani, l’assenza a Siena di organizzazioni “che potessero, con la stessa efficienza dimostrata per i pavimenti o i soffitti del duomo o le stanze segrete del comune, avere la stessa capacità comunicazionale ed organizzativa” ma se la strada davanti a tali mancanze è la miope assegnazione a soggetti esterni, Siena non ne avrà mai alcun beneficio a lungo termine, relegando la nostra città a vile fornitrice di prodotti e servizi utilizzati da altri per lo sfruttamento economico del nostro patrimonio ! E poi, non siamo ridicoli: per scoprire i pavimenti del Duomo ci voleva davvero un genio ?

Qui non parliamo solamente di progetti come InContrada ma anche della gestione stessa del Santa Maria della Scala, della Fondazione Musei Senesi, di ciò che rimane di CEC 2019 e di tutte le altre realtà culturali senesi, arischio svendita ai soliti privati con tutti i rischi annessi e connessi, tra cui la precarietà del posto di lavoro per gran parte del personale addetto, tristemente “sballottato” da una società (cooperativa) all’altra e senza certezze per il futuro e l‘adeguata valorizzazione e conservazione del patrimonio artistico senese.

Evidentemente siamo di fronte ad una pubblica ammissione di manifesta incapacità: come se tutte le strutture della nostra comunità, Amministrazione Comunale in testa, fossero incapaci di gestire problematiche organizzative che in altri paesi vengono gestite più che brillantemente da normalissimi funzionari pubblici.

Ci vuole coraggio per cambiare e, a differenza dei nostri Amministratori, sono convinto che Siena abbia tutti i mezzi per creare tali competenze e sviluppare il necessario know how, incentivando l’innovazione e la ricerca su questo settore: basta promuoverlo, come non è mai stato fatto fino ad ora ! Perché Siena non è fatta solo di raccomandati incompetenti con la tessera del PD in tasca, ma anche di cittadini preparati e volenterosi che vorrebbero – e soprattutto saprebbero ! – gestire il Bene Comune Storico Artistico e Culturale nell’interesse della propria comunità.

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