Matera 2019 – Siena 0

Venerdì 17 Ottobre 2014 il verdetto: Matera sarà Capitale della Cultura 2019.

Grande delusione per l’Amministrazione Comunale di Siena che, per l’occasione, aveva allestito un punto con tanto di maxischermo per attendere l’atteso verdetto: sembra che, a causa di un disguido tecnico, il verdetto sia arrivato via telefono, a degno coronamento di tutta la vicenda.

Ammetto di non essere mai stato particolarmente entusiasta dell’iniziativa e, in particolare, di come è stata gestita da parte del Comitato di Candidatura, dove spiccano nomi di chiara estrazione PD: aspetto che più volte è stato fatto notare, in questi mesi, ma senza sortire alcun effetto degno di nota. Tuttavia ho sempre sostenuto come tale iniziativa, se ben gestita, avrebbe potuto portare interessanti opportunità alla nostra città e della medesima opinione erano molti di coloro che oggi si sgolano gridando “dimissioni !”, a seguito della disfatta senese, che dovrebbero avere almeno il buon gusto di tacere.

E’ innegabile che, al di là dell’orgoglio e delle ricadute, i tanti milioni previsti per la nostra città facevano (e fanno) gola: dopo la crisi della Banca MPS e della Fondazione, i rubinetti del “bancomat” cittadino si sono prosciugati ed è sempre più difficile oliare i delicati meccanismi del “groviglio armonioso”, che rischiano di incepparsi definitivamente: degno di nota che proprio l‘inventore di tale definizione è attualmente indagato per ricettazione (il Bisi avrebbe ricevuto dalla società di Ferdinando Minucci ogni mese una somma di cinquemila euro).

Della stretta correlazione tra CEC 2019 e i contributi ne avevo già parlato in questo articolo, dove peraltro sottolineavo come a Matera avessero già creato la Fondazione che gestirà il malloppo: a Siena il tentativo, anche a causa dell’anno di commissariamento, non era ancora riuscito (viene da dire: per fortuna !).

Comunque sia, i soldi promessi da Enrico Rossi arriveranno comunque. Se non ricordo male, si parla di 40 milioni di euro che dovranno servire per finanziare alcuni progetti contenuti nel Bid Book (libro di scommessa) che il Comitato di Candidatura ha realizzato e consegnato alla giuria internazionale del CEC 2019.

Tuttavia non può che rimanere perplessità e qualche amarezza davanti ad alcune iniziative, soprattutto nell’ultimo periodo, di dubbio gusto: penso alla catena umana tra Porta Camollia e Porta Romana, al colore “magenta” scelto perché -si legge nelle spiegazioni- “è il solo colore non utilizzato nelle bandiere delle 17 Contrade, e quindi, non essendo associato a nessuna di esse, rappresenta la comunità di Siena nella sua interezza” (francamente sono perplesso: i colori di Siena sono il bianco ed il nero, la balzana !) e dei ciclamini regalati ai negozianti del centro, alle sagome umane disegnate sul selciato di Piazza del Campo, le “calze magenta” alle colonne del “tartarugone” in Piazza del Mercato, oltre alla vicina installazione di barberi durata pochissime ore (ad uso e consumo della giuria ?).

E’ importante ricordare che

Una città non viene designata Capitale per il suo patrimonio storico artistico e per le manifestazioni esistenti, ma per il programma di eventi culturali che intende realizzare nell’anno di assegnazione del titolo. In quel periodo la città è invitata a valorizzare le proprie peculiarità e a dare dimostrazione della propria creatività.

Il titolo viene assegnato dalla Commissione Europea sulla base della valutazione dei progetti e ha validità annuale. Parliamo di quelli che sono stati i progetti senesi: francamente, da cittadino senese che frequenta quotidianamente il centro della città, a Siena si vedevano ovunque le magliettine “Siena CEC 2019” ma non si percepiva né entusiasmo né partecipazione: non se ne parlava in giro, non se ne discuteva nei bar. La città interpretava CEC2019 come una sorta di “concorso di bellezza” dove Siena, città indubbiamente bellissima, era sicura di vincere. Una città, Siena, che assiste impotente al declino e che sembrava quasi guardare a CEC 2019 come una sorta di “via di uscita” per risollevarsi da tanti, troppi, scandali che ne hanno macchiato in nome.

Comunque sia, ormai la gara è finita e Matera ha vinto.

Siena si scopre, ancora una volta, debole e vulnerabile, lontana da quella “ricca e potente piccola città” che era nel passato: qualcuno già vocifera che l’ultima spallata è vicina, con il trasferimento della DG della Banca MPS a Milano…

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