La morale di Stato sull’Eutanasia

“Non avete bisogno delle religioni per giustificare l’amore, ma la religione è il miglior strumento mai inventato
per giustificare l’odio.” R. A. Weatherwax

La morte di Fabiano Antoniani, 40 enne da anni cieco e tetraplegico a causa di un terribile incidente stradale, sta scuotendo da giorni il gigante dai piedi di argilla della morale cattolica italiana. Dj Fabo, il nome d’arte di Fabiano Antoniani, è dovuto andare in una clinica svizzera per porre fine, in modo consapevole e dignitoso, alla sua vita.

Non voglio entrare, per rispetto, nelle motivazioni o profferire giudizi verso la scelta di Fabiano Antoniani: non mi spetta sindacare sulle scelte personali degli altri e proprio per questo non accetto uno Stato, o parte di esso, che si arroga il diritto di farlo.

Del resto, il diritto di morire è come il diritto di vivere: uno Stato democratico deve garantire entrambi.

Non c’è niente di più personale che decidere di porre termine alla propria vita, ricordandosi sempre che il compito della Repubblica è “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese” (Art. 3 Costituzione Italiana).

Qui non siamo davanti solamente alla decisione di un Cittadino Italiano di porre termine alla sua vita dovendo ricorrere all’aiuto di esterni, non potendo provvedere in autonomia. Qui siamo davanti alla negazione di un diritto essenziale proprio a chi non può reclamarlo autonomamente !

L’eutanasia, il diritto ad avere una morte consapevole, dolce e non dolorosa, deve essere un diritto inalienabile. Ed arroccarsi dietro la morale cattolica “di Stato”, come molti politici ancora oggi fanno spesso per puro tornaconto elettorale, lo trovo sbagliato e offensivo.

Su un tema come questo non sarebbe neppure giusto chiedere un referendum: come ho già detto, è una questione che riguarda unicamente ed esclusivamente ognuno di noi, nella sua intimità, nella sua individualità. Si tratta pertanto, a mio avviso, di un diritto inviolabile di ogni essere umano consapevole e come tale dovrebbe essere inserito in Costituzione, al pari del diritto a vivere una vita dignitosa.

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