Ipocriti e moralisti ci sono sempre stati

Ipocriti e moralisti ci sono sempre stati. Ricordo che quando ero adolescente ed iniziavo a frequentare le discoteche (a Siena c’era il Tendenza ed il Papillon) era tutto un susseguirsi di notizie sensazionalistiche sulla diffusione delle droghe tra i giovani e le stragi del sabato sera. Stragi che avvenivano anche a causa dell’abuso di super alcolici, anche allora (ab)usati nelle serate in discoteca come aiuto a disinibirsi per trascorrere una serata da sballo.

Ricordo il TG, la domenica, con le immagini di auto distrutte contro i guard-rail, lampioni, altre auto e in fondo a burroni. E giovani morti, tanti giovani, giovanissimi. 16-18-20enni stroncati da una distrazione alla guida. E ovviamente la solita schiera di “sepolcri imbiancati” pronti a dare la loro opinione e la loro demagogica caccia alle streghe: l’alcool, le droghe, le auto troppo veloci, l’ora troppo tarda…

Erano gli anni delle grandi discoteche, dell’Imperiale a Gabicce Mare, del Cocoricò (tornato alla ribalta proprio in questi giorni), del Peter Pan, dell’Imperiale e del Jaiss. Gli anni della techno, della progressive, della musica ad altissimo volume fino alle 4 di notte. Gli anni degli afterhours, 24 ore di musica, dove i ravers ed i gabbers si calavano di tutto per ballare ore ed ore senza interruzione.

Gli anni delle vacanze con gli amici sulla riviera romagnola, con le serate da sballo e le giornate a cuocersi in spiaggia, ancora storditi dalle nottate brave, a cercare di rimorchiare le ragazze che poi, dopo cena, ritrovavi in coda per entrare in discoteca.

Gli anni da neopantentati, quando riuscivamo ad andare oltre i pochi km consentiti dai “cinquantini” ed arrivavamo fino in Val di Chiana, al Blue Kaos, al Vispa Teresa, a Le Mirage o all’Y a Certaldo. E tornavamo a casa all’alba, storditi da quel pesante senso di nausea che ti avrebbe accompagnato per tutto il resto della giornata.

Anche allora i moralisti e benpensanti non mancavano, come non mancavano le crociate contro le discoteche, i giri di vite ed i controlli per contrastare le morti del sabato sera, le campagne di prevenzione contro l’abuso di alcool e droghe.

Nulla di nuovo sotto il sole quando, a fronte di alcune tragiche e tristi morti, c’è chi chiede (e nel caso del Cocoricò, ottiene) la chiusura dei locali notturni, additati come massimi responsabili del degrado morale e culturale della nostra società, come luoghi di perdizione e spaccio dove i nostri giovani vengono plagiati e costretti all’assunzione di droghe sintetiche dagli effetti nefasti.

Come mi è capitato leggere in un editoriale sull’argomento, per fare i genitori ci vuole anche tanta fortuna. Ci vuole la fortuna che il proprio figlio non capiti sull’auto sbagliata al momento sbagliato. Che non decida di provare quando un amico gli offre della droga. Che non si trovi nel posto sbagliato al momento sbagliato. O che abbia l’intelligenza e la sensibilità di capire quando si può e quando è meglio dire un antipatico “no”.

La vita non è facile, meno che mai per gli adolescenti di oggi, spesso iperviziati, iperprotetti, iperannoiati. Alla fine, però, niente di nuovo sotto il sole: ogni generazione ha i suoi ostacoli, il suo “percorso di guerra”, che inizia con l’adolescenza e finisce con la vita adulta, dove ognuno raccoglie ciò che ha seminato, tra errori, fortune e qualche “compagno” che inciampa e non ce la fa.

Ipocriti e moralisti, per concludere, ci sono sempre stati. Così come le difficoltà della vita, quando i nostri nonni si trovavano di nascosto per fare l’amore nei pagliai e poi “rimanevano incinta”. O quando i nostri genitori, più moderni, potevano permettersi di appartarsi con le auto o in sella ad una moto. E magari anche fumarsi qualche spinello o provare qualcosa di più forte, cocaina ed eroina che i più deboli non riuscivano a rifiutare e morivano di overdose nei bagni delle stazioni ferroviarie.

Ipocriti e moralisti ci sono sempre stati. Sarebbe bene, prima di giudicare, di chiedersi se noi stessi siamo senza peccato. Forse no.

Un articolo interessante su Wired: Non è l’ecstasy la droga che uccide di più in Italia

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