Genitori che non educano

“Il senso morale di una società si misura su ciò che fa per i suoi bambini”
Dietrich Bonhoeffer

Erano 15 giorni che non scrivevo più niente sul blog. Complice la stanchezza, il poco tempo residuo o anche la mancanza di stimoli. Beh, un blog è anche questo, no ? Il brivido di non avere niente da dire. Talvolta.

L’ispirazione è tornata questa sera, mentre portavo mio figlio a fare una passeggiata per le vie del paese.

Scena uno.

Madre e figlio, circa 8-10 anni al massimo, escono di casa. Fuori, macchina con altro bambino ed altro padre. Probabilmente stanno andando all’allenamento di un qualche sport. La madre dice al figlio: “Vai con XXX ?” (probabilmente l’amico). Lui risponde, mentre neanche la guarda: “Si” e poi, senza motivo alcuno, esordisce in una bestemmia ad alta voce: “madonna m…ala !“. La madre, a pochi passi, lo guarda con aria compiaciuta. Salgono tutti in auto e vanno via. Niente rimprovero, neanche un accenno. Resto basito. Guardo mio figlio, pochi mesi, nella culla. E penso se fosse stato lui, davanti a me, fare una sortita del genere.

Proseguo la passeggiata.

Scena due.

Madre e due bambini, femmina di 4-5 anni e maschio di 7-8 anni. Camminano, mentre il bambino getta a terra la sua bottiglietta d’acqua e la prende a calci. La mamma: “Ora però la dobbiamo buttare…“. Il bambino, con un calcio, la getta in mezzo alla strada. La mamma la guarda, spallucce, e proseguono facendo finta di niente. La bottiglietta in bella mostra nel mezzo della carreggiata. Devio la mia traiettoria e la raccolgo. La mamma mi guarda. La guardo. Non resisto e dico: “Complimenti ! Come educhiamo bene i futuri cittadini…“. Abbassa lo sguardo. Si volta e se ne va.

Mentre proseguo la passeggiata penso ai recenti episodi delle lettere di giustificazione agli insegnanti. Da parte di genitori che pretendono di sostituirsi alla scuola, con arroganza. Ed una scuola debole, troppo debole, che rinuncia prima di tutto a creare cittadini capaci di cooperare in un contesto sociale organizzato.

Non basta dare nelle mani dei nostri giovani l’iPhone 6 o chissà che altro congegno elettronico per insegnarli a vivere in un mondo complesso come l’attuale. Ci attendono stuoli di giovani disadattati, incapaci di gestire i problemi, le responsabilità, le sfide della vita. Educati all’assenza di regole e di ruoli da genitori privi di autorità ed autorevolezza.

Il futuro che ci aspetta è assai deprimente. E la colpa non è dei nostri figli ma di chi non si assume la responsabilità di farli crescere. Forse perché, a sua volta, non è mai cresciuto.

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