Decretazo Digital: se in Spagna il Governo può chiudere Internet

“Internet, Facebook e Twitter hanno creato comunicazioni di massa e spazi sociali
che il regime non può controllare.”
Shimon Peres

Convalidato nei giorni scorsi dalla Deputazione permanente del Congresso dei deputati spagnola il “Decreto reale – Legge 14/2019, del 31 ottobre, che adotta misure urgenti per motivi di pubblica sicurezza nel settore dell’amministrazione digitale, degli appalti pubblici e delle telecomunicazioni“, ribattezzato “Decretazo Digital“.

“Non è un ‘Decreto digitale’ contro la repubblica digitale catalana. È un “decreto digitale” contro la Costituzione della monarchia parlamentare spagnola. Ecco perché lo porteremo alla Corte costituzionale “

dichiarazione del direttore del PDLI – Piattaforma in difesa della libertà di informazione – Carlos Sánchez Almeida.

Questa legge, che sembra arrivare in risposta alla situazione della Catalogna, ha subito fatto preoccupare i difensori dei diritti digitali del Paese e non solo. In particolare, tra gli aspetti più preoccupanti di questa normativa, c’è la prerogativa governativa di poter intervenire su “reti e servizi di comunicazione elettronica in alcuni casi eccezionali che possono incidere sull’ordine pubblico, sulla sicurezza e sulla pubblica sicurezza. sicurezza nazionale“. Una prerogativa che può “influire su qualsiasi infrastruttura, risorsa o elemento associato o livello della rete o del servizio necessario“.

Al di là della vicenda in sé, credo sia la prima volta che un Paese Democratico Europeo emana una normativa del genere: ciò può rappresentare un pericoloso precedente che non dobbiamo assolutamente minimizzare!

Ho più volte parlato dell‘importanza di mantenere Internet libera da regole, filtri e condizionamenti politici, propri solo degli Stati con regimi dittatoriali: la Rete è prima di tutto uno straordinario mezzo di comunicazione, ormai necessario anche per mantenere libere e Democratiche le nostre società (o almeno provarci).

Pensiamo al disastro di Chernobyl, ad esempio. Nel 1986 Internet era solo agli albori ma se fosse stata diffusa come lo è oggi, probabilmente il governo Sovietico non avrebbe potuto minimizzare l’accaduto (immaginatevi solo i tweet e i post sui social network che si sarebbero scatenati subito dopo l’esplosione…) e la macchina dei soccorsi si sarebbe probabilmente avviata subito e meglio, riducendo il numero delle vittime.

Le società moderne sono fortemente basate sulla comunicazione e il passaggio dai media in broadcasting (radio, TV, stampa) a quello flat offerto dalla Rete è stato, per certi versi, assolutamente rivoluzionario, tanto da cambiare in profondità le nostre abitudini. La comunicazione del “villaggio globale” (fortunata definizione coniata da Marshal Mcluhan) è ormai un pilastro anche delle nostre economie, a iniziare dalle transazioni monetarie.

Dareste, quindi, un potere così grande nelle mani di un Governo? Io, personalmente, NO.

P.S. L’immagine di copertina è un graffito piuttosto diffuso a Barcellona e nella Catalogna. Si tratta dell’iniziativa Tsunami Democratic, creata proprio per difendere la libertà in Rete.

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