Crocifisso nei locali pubblici: SI o NO ?

Oggi la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo ha detto che La presenza dei crocifissi nelle aule scolastiche è “una violazione della libertà dei genitori ad educare i figli secondo le loro convinzioni e della libertà di religione degli alunni” (Fonte: La Repubblica) motivando la sentenza: la presenza dei crocifissi nelle aule può facilmente essere interpretata dai ragazzi di ogni età come un evidente “segno religioso” e, dunque, potrebbe condizionarli. E se questo condizionamento può essere di “incoraggiamento” per i bambini già cattolici, può invece “disturbare” quelli di altre religioni, in particolare se appartengono a “minoranze religiose” o gli atei.

Subito, come era prevedibile, la levata di scudi di tutto l’arco politico nostrano, da Bersani “un’antica tradizione come il crocifisso non può essere offensiva per nessuno. Penso che su questioni delicate come questa qualche volta il buonsenso finisce di essere vittima del diritto” a Calderoli “La Corte europea ha calpestato i nostri diritti, la nostra cultura, la nostra storia, le nostre tradizioni e i nostri valori. In ogni caso i crocifissi resteranno sulle pareti delle nostre scuole” alla Gelmini che esordisce con una frase sconcertante: “La presenza del crocifisso in classe non significa adesione al cattolicesimo, ma è un simbolo della nostra tradizione”.

Mi permetto di dire la mia: sono assolutamente contrario alla presenza del crocifisso nei locali pubblici. Questo perchè, come ogni altro simbolo religioso (non vorrei vedere la Torah, un Buddah, un Corano) cozza con il principio della laicità dello Stato. Uno stato che non si dichiara confessionale, come l’Italia, non può permettere di affiancare ai simboli laici (come la foto del Presidente della Repubblica, ad esempio) il simbolo di una confessione religiosa. E non prendiamoci in giro: ma quale tradizione, la croce è il simbolo della religione cristiana !

Si, io non sono credente ma non è questo il punto. Personalmente non sono disturbato dal crocifisso (spesso neanche ci faccio caso !) e neanche credo che possa “disturbare” più di tanto qualcuno. Ma quà la questione non è se tollerare o meno un simbolo, è semplicemente un fatto di coerenza ! Senza considerare che, poi, in molte aule -dove ero a scuola io, ad esempio- il crocifisso non c’era e non c’è mai stato…e nessuno ne ha mai fatto richiesta !

Un cattolico ha bisogno di vedere il crocifisso negli uffici o nelle aule per dichiararsi tale ? Se si, allora non è il caso di affiancare anche gli altri simboli religiosi, visto che esistono altre confessioni religiose ? Difendere una tradizione: bene, allroa difendiamo anche la tradizione di non concedere il voto alle donne (in Italia il suffragio universale venne istituito nel 1946) oppure istituiamo la presenza obbligatoria alla messa di natale…son tradizioni, no ? Se qualcuno scuote la testa, pensando che non è la stessa cosa, lo invito a lasciare un commento: son curioso di sapere dov’è la differenza ! Qualcuno dirrà: “il voto alle donne è una questione di diritti inviolabili !” bene, e il diritto di libertà religiosa e di uno stato laico ?

Insomma, per concludere, stiamo assistendo ad una Corte Europea che sancisce una semplice regola di buonsenso (e come molte altre, in Italia, totalmente disattesa) ed il solito carosello di politici indignati per non inimicarsi quella fetta di elettorato cattolico, sempre utile nelle occasioni di voto…

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3 comments
  1. Leggevo alcuni commenti sull'analogo articolo de Il Corriere della Sera (http://www.corriere.it/dilatua/Primo_Piano/Cronac… Alcuni sono assolutamente deliranti:

    wanda77: "E' una vergogna a dir poco non c'e' piu' rispetto per Dio, e' gravissimo spero che venga fatta giustizia e possiamo avere negli ospedali e nelle scuole e nei posti pubblici l'Amato Crocifisso. Dio ha dato la vita per noi. Padre perdona non sanno cosa fanno. Gesu' Nostro Signore Ritorna"

    atbologna: "non critico la sentenza di Strasburgo, ma fortemente critico quella signora finlandese che ha anche chiesto la cittadinanza italiana….ma dove credeva di venire a vivere la signora ….. nel paese delle renne e di babbo natale !???? ma che se ritorni al suo paese !!! e grazie al corriere per pubblicarmi !!!"

    Pasquale Cerullo: "Se ci sono dei genitori che non vogliono mandare a scuola i propri figliuoli perchè c'è il crocifisso, io che ho studiato nelle aule con il crocifisso NON MANDERO' PIU' I MIEI FIGLIUOLI ED I MIEI NIPOTI A STUDIARE NELLE AULE DOVE NON C'E' LA CROCE. L'ART.21 DELLA COSTITUZIONE E' PER TUTTI."

    ma il più interessante, che condivido in pieno, è questo:

    malachia "per una stupidata come questa 1200 commenti, per un problema grave come la viaria 94. Gli Italiani non hanno problemi"

  2. Il mio parere è molto semplice: il crocifisso sta in chiesa. Così come ogni altro simbolo religioso nella sua sede.
    La scuola deve insegnare determinate cose, non inculcare l'una o l'altra religione.
    Io sono anche favorevolissimo anche all'eliminazione totale dell'ora di religione, in ragione di cose molto più utili.
    Per pregare c'è la chiesa, per conoscere la religione c'è il catechismo.

  3. A parte come è scritto "la viaria" .. vabbè 😛

    Oltretutto hanno bloccato anche nuovi commenti sul corriere.. giusto per essere democratici.

    Secondo me chi vuole l'imposizione della croce (perchè di questo si tratta) non si comporta ne più ne meno dei talebani o musulmani radicali.

    Per quale motivo, io che non credo, dovrei sorbirmi tutto il giorno la visione del crocifisso (non è che mi sento bruciare se lo vedo.. è una questione di principio)? Io non obbligo a non credere, non vedo perchè devo essere obbligato a credere. Ritengo che la chiesa metta già troppo il naso nella vita degli italiani tutti i santi giorni, senza doversi preoccupare del crocifisso.
    Perchè ricordiamoci che quando la chiesa impone un pensiero sulla popolazione italiana lo fa su tutti (purtroppo), anche su coloro che non credono. Vedi questione della morte assistita.
    Una volta tanto avverrà il contrario, se pur in modo più democratico.

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