“Bike to Work”, c’ho provato ma niente da fare

Oggi ho scritto una lettera alla stampa, che potete leggere subito sotto. L’ho scritta con un misto di rabbia e delusione, davanti all’ennesima occasione sprecata per gli amministratori locali (e meno locali), sempre in prima fila quando c’è da presenziare a un meeting davanti a telecamere e fotografi ma palesemente e drammaticamente assenti quando c’è da dare risposte concrete ai cittadini.

Sarebbe bastato poco, in occasione della Settimana Europea della Mobilità, dare risalto a una iniziativa importante come Bike to Work. Invece niente, le strade erano impraticabili e pericolose come sempre.

E’ incredibile come sia così difficile comprendere i vantaggi, sia in termini economici che di qualità della vita, di un aumento della mobilità sostenibile. E Siena è una città che per dimensioni e per caratteristiche, avrebbe tutte le carte in regola per ottenere risultati interessanti.

Si preferisce, invece, continuare a devastare prezioso suolo per costruire inutili e inutilizzati parcheggi scambiatori, cemento 24h al giorno e auto solo per le “canoniche” 8h. Si preferisce continuare a rimanere bloccati nel traffico di auto da 5 posti occupati da solo una persona. Si preferisce imprecare contro l’aumento del costo dei carburanti senza interrogarsi se sia possibile ridurne il fabbisogno.

Le tecnologie odierne, e parlo soprattutto delle e-bike e di altre forme di mobilità elettrica, rappresentano una interessante alternativa per la mobilità quotidiana alla costosa, inquinante e scomoda automobile. Alternativa che, a causa dell’inefficienza delle Amministrazioni, rimangono di difficile utilizzo.

Non rimane che continuare a combattere, a sollecitare con insistenza la creazione di percorsi protetti, di piste ciclabili. Chissà che, alla fine, qualcosa possa avvenire davvero!


Gentile Direttrice, egregio Direttore,

siamo nella “Settimana Europea della mobilità sostenibile” e anche le Amministrazioni del nostro territorio si sono attivate per stimolare i cittadini a muoversi in modo diverso. Oggi era la giornata del “Bike to work”, ovvero del recarsi al lavoro usando la bicicletta. 

Sono particolarmente sensibile al tema della mobilità e, abitando a San Rocco a Pilli, a neanche 10 km da Siena (forse 20/25 minuti di bicicletta), ero entusiasta dell’idea: mi sono così iscritto, sperando che per la giornata di odierna le Amministrazioni si fossero in qualche modo prodigate per il successo dell’iniziativa.

Non sorprenderà particolarmente che, purtroppo, almeno nella mia percezione di semplice cittadino, niente di tutto questo è stato fatto: le strade, strette, pericolose e inadeguate, continuano a non avere percorsi sicuri né piste ciclabili. Anzi, in gran parte della SP “Grossetana” e SP “Massetana” mancano addirittura le banchine ai margini della carreggiata per il transito pedonale! Per non parlare della qualità del manto stradale, pieno di pericolose buche, fossi, avvallamenti.

La mia “Bike to work” è così fallita a pochi km da casa, quando ho rischiato la vita almeno 3 volte a causa di sorpassi non proprio “da codice” da parte degli automobilisti.

Attraverso il coinvolgimento di aziende ed organizzazioni locali, si proverà a lanciare un messaggio di sensibilizzazione in maniera divertente e salutare” recita il volantino dell’iniziativa odierna. Messaggio totalmente condivisibile, purtroppo però del tutto inattuabile a causa delle vie di comunicazione del tutto inadeguate, dove le pochissime piste ciclabili (come quella Due Ponti-Ruffolo) sono in stato di abbandono, e della mancanza di interventi concreti sul territorio.

Eppure ci sono esperienze interessanti dai nostri vicini d’oltralpe, come la Francia, dove alcune  aziende rimborsano ai loro dipendenti 25 centesimi per ogni chilometro fatto per andare a lavoro in bicicletta: da noi, considerando la situazione penosa, sarebbe meglio che le aziende regalassero ai loro coraggiosi dipendenti “ciclisti” una assicurazione sulla vita….

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