Basilicata, terra di conquista

Corriere di Siena, 30.12.2013

L’occasione mi viene da un trafiletto su un quotidiano senese, notizia che rischiava quasi di passare inosservata: Aldo Berlinguer, rampante avvocato cassazionista nonché professore dell’Università degli Studi di Siena, esperienza nel Cda della Banca Antonveneta, è stato appena nominato Assessore all’Ambiente, Territorio, Infrastrutture, Opere pubbliche e Trasporti nella neo giunta Lucana targata PD di Marcello Pittella (in cui, tra l’altro, non c’è neppure un lucano…).

Tempa Rossa

Come ricorderete, a Novembre 2013 le elezioni regionali in Basilicata hanno visto nuovamente confermare il PDmenoelle alla guida di una delle Regioni italiane più povere economicamente ma più ricche di risorse naturali, in primis di petrolio: risultato incredibile (o forse no), soprattutto dopo i numerosi scandali dovuti proprio all’estrazione del petrolio.

Centro Olii di Viggiano

Sono tornato proprio ieri da quello che è considerato il “cuore petrolifero”: la Val d’Agri, capofila il Comune di Viggiano, il più “sforacchiato”, con ben 18 pozzi su 28 in totale, che riceve royalties milionarie che si stimano tra gli 8 ed i 15 milioni di € ogni anno.

Disoccupati di Viggiano

Questa valanga di denaro in una delle Regioni più povere d’Italia avrebbe dovuto rappresentare una vera “manna dal cielo” per la sua popolazione. E invece no, nulla: in Basilicata, come confermano le statistiche, si continua ad emigrare ed a rimanere senza lavoro, con numerose famiglie (24,5%) sotto la soglia di povertà. I servizi pubblici sono ridotti all’essenziale e le stesse infrastrutture pubbliche scarse ed inadeguate.

Centro Olii di Viggiano

Del resto basta fare un giro in questa zona, peraltro bellissima, per rendersi conto che qualcosa proprio non va: i tanti paesi rurali sono praticamente disabitati, decimati dall’emigrazione, ed il turismo, se si esclude le zone famose come Matera e Maratea, praticamente inesistente.

PD in Basilicata

In questo scenario si inserisce ovviamente la politica, quella clientelare, quella mafiosa. Dal lavoro nell’indotto del petrolio ai corsi di specializzazione, già alcune inchieste giornalistiche hanno sollevato numerose perplessità su probabili “conflitti di interesse” tra familiari di amministratori pubblici ed uomini politici lucani.

In una recente intervista, lo stesso Presidente della Provincia Piero Lacorazza riferisce:

Non si può rinunciare al petrolio che si estrae a Viggiano e quello si estrarrà fra poco a Corleto. Ma ci si ferma qui. Non si deve estrarre in altri siti. La priorità assoluta- continua Lacorazza – è la tutela della salute dei cittadini che vivono nelle aree più prossime alle estrazioni, dove l’attività petrolifera presenta l’impatto maggiore.

Pozzo a Villa d’Agri

Sarebbe interessante sapere chi e come mai è stata data l’autorizzazione alla perforazione e conseguente realizzazione di un pozzo a pochissime decine di metri dal centro abitato di Villa d’Agri e relativo ospedale ! La foto qui a destra si riferisce al Dicembre 2012 e come si può ben vedere, l’abitato è proprio *sotto* il pozzo.

La “fiamma” del Centro Olii

Chi si trova a transitare lungo la SS598 “Fondo Valle d’Agri”, arrivato all’altezza del bivio per Viggiano, sotto l’alta torre con la fiamma del Centro Olii, potrà sentire un forte odore acre di “uova marce”: sono le esalazioni di Acido Solfidrico, provenienti probabilmente dallo stabilimento. Anche le misurazioni effettuate dall’ARPAB sembrano confermare che c’è qualcosa di strano relativamente alla presenza di Acido Solfidrico H2S nell’aria della Val d’Agri. Ma cos’è l’Acido Solfidrico ?

Arpab H2S Viggiano

È un gas incolore dall’odore caratteristico di uova marce, per questo definito gas putrido. È idrosolubile ha caratteristiche debolmente acide e riducenti. […] è un coprodotto indesiderato nei processi di produzione di carbon coke, di cellulosa con metodo Kraft, di raffinazione del petrolio, di rifinitura di oli grezzi, di concia delle pelli (calcinaio e pickel), di fertilizzanti, di coloranti e pigmenti, di trattamento delle acque di scarico e di altri procedimenti industriali. […] È una sostanza estremamente tossica poichè è irritante e asfissiante.

Purtroppo, come la stessa fonte dell’Arpat Toscana ricorda:

La normativa europea e quella nazionale non stabiliscono valori limite, soglie di allarme e/o valori obiettivo di qualità dell’aria.

Strane carote

E questo è probabilmente uno degli aspetti più “evidenti” dell’inquinamento della Valle. Ma, come ben sappiamo, l’inquinamento non sempre si vede e si “annusa”: in passato ci sono stati preoccupanti fenomeni di moria di pesci nel vicino Lago di Pietra del Pertusillo e capita sovente che agricoltori estraggano dalle loro terre agricole, adiacenti, verdura dalla forma, come dire, “strana”. Oltretutto, ma forse è solo una coincidenza, una fontanella pubblica di Spinoso, comune alle pendici del Monte Raparo, è stata chiusa dietro ordinanza del Sindaco, dopo che le analisi dell’ARPAB hanno rilevato una percentuale oltre i limiti di legge di Manganese.

Ho divagato, come al solito.

Avevo iniziato parlando della nomina di Aldo Berlinguer ad Assessore e guardate dove siamo finiti, tra soldi, inquinamento e petrolio.

Non è un caso, questo. E’ il “sistema Italia”, dove tutto cambia per non cambiare, dove la tutela degli interessi delle grandi lobby economiche e finanziarie, attraverso le manovre dei politici-pupi, viene sempre prima del bene comune.

Dobbiamo spostare l’obiettivo della nostra battaglia dai comitati d’affari, i Partiti, alle lobby di potere.

[testimonial name=”Luigi di Maio – M5S” site=”Movimento 5 Stelle” url=”http://www.beppegrillo.com”]Il 2014 per il Movimento 5 Stelle sarà l’anno della lotta alle lobbies nel Palazzo. Ormai è chiaro come far scomparire i partiti: basta indebolire chi li foraggia per tornaconti personali. Questa o quella lobby aiuta un partito o un politico, gli da’ 10 ma vuole indietro 100. Indebolisci questo rapporto (impedendogli di interagire indisturbati) e avremo il finale delle ‘Iene’ di Tarantino[/testimonial] 

A seguito del mio post, mi hanno segnalato un ulteriore vergognoso scempio ambientale in Basilicata, nella zona di Melfi, a proposito dell’inquinamento delle falde acquifere da parte dell’Inceneritore Fenice, che viene citato in una interrogazione Parlamentare del MoVimento 5 Stelle:

[…] Insieme all’Arpa di Basilicata, la Regione, la Provincia e il Ministero, hanno, infatti, tenuto sottocchio così bene Fenice Ambiente srl che, per nove anni, come dimostra l’indagine della Procura di Potenza, è stata non solo consentita, ma anche celata ai cittadini la contaminazione delle falde sotto l’area di Fenice e dell’ex zuccherificio. […] L’Istituto nazionale dei tumori di Milano assegna alla Basilicata, negli ultimi 20 anni, un trend di incremento dei tumori doppio rispetto alla media nazionale. Lo studio “Sentieri” parla di incidenze tumorali ad alto tasso di mortalità tra gli abitanti e i lavoratori delle due aree Sin regionali (Tito Scalo e Valbasento). La “Relazione Sanitaria 2000” dell’Istituto Mario Negri Sud, dopo 3 anni di osservazioni, dal 1997 al 2000, certificò, inascoltata per i successivi 13 anni, come in Val d’Agri le patologie cardio respiratorie avevano incidenze doppie rispetto al resto della regione. In Val d’Agri, l’Eni ha sperimentato sin dal 1999 l’uso di sostanze tossiche come l’acido cloridrico, l’acido fluoridrico, e «strane pillole viscose», mentre in tutti questi anni, le società minerarie e i politici lucani si sono sbracciati a dire che nel sottosuolo lucano si iniettava bentonite, una specie di innocua argilla.

Ho inoltre ricevuto un interessante commento di Enzo Palazzo, attraverso il suo profilo Facebook:

[testimonial name=”Enzo Palazzo” site=”Facebook” url=”https://www.facebook.com/enzo.palazzo2″] il gettito delle royalties è direttamente dipendente dalla borsa del petrolio espressa in dollari. Mediamente è intorno ai 100 dollari. In questi anni è arrivato a un massimo di 120 dollari e ha toccato un minimo di 80 dollari, in quanto la quotazione è fluttuante, mentre le estrazioni calcolate in barili sono stabili. Dalla Val d’Agri escono 91 mila barili al giorno. In 10 anni il petrolio e il gas hanno rappresentato, per la Regione, una media di royalties di 60 milioni di euro all’anno, per i Comuni dell’area circa 20 milioni di euro, per un totale decennale di circa 800 milioni di euro all’anno. La cifra di 169 milioni registrata in questo articolo (http://www.sarconiweb.it/gazzettavaldagri/?p=342 n.d.a.) è falsa perché è al lordo di tutta una serie ci calcoli ed è comprensiva del calcolo di un 3% della bonus card benzina che attualmente non viene erogata …. nella realtà, con piccole variazioni legate appunto alla quotazione in borsa del prezzo del barile, ogni anno le royalties non si discostano dalla media dell’ultimo decennio di circa 80 milioni di euro all’anno. Questa cifra rappresenta appena il 5% del bilancio della Regione Basilicata …. dunque zero, se pensiamo che solo i corsi di formazione (pratica totalmente clientelare attuato con i fondi europei) rappresentano il 10% del bilancio della Basilicata, si ha forse meglio la dimensione dell’inutilità di estrarre petrolio e gas dal nostro sottosuolo e si ha la dimensione di quanto la propaganda agisca nel conferire alle royalties e al petrolio una dimensione salvifica che nella realtà non ha. O meglio, lo ha per la classe politica che ci governa e per l’Eni, ma non per i cittadini.

Il petrolio lucano è circa il 6% del fabbisogno nazionale, mentre il gas estratto da noi (1 miliardo e 300 milioni di mc.) è solo l’1,5% … dunque zero (oltretutto, è talmente pieno di zolfo che non ci fanno nemmeno la benzina, ma composti azotati per la campagna, bitume e plastiche) … lo estraggono, anche se è a 4 km. sotto terra) perché oggi le trivelle moderne abbattono i costi di perforazione, perché il controllore e il controllato sono la stessa cosa, perché l’agenzia Arpab non rompe le scatole alle società minerarie e perché possono appunto perforare senza limiti, anche nei bacini idrici di ricarica delle sorgenti, davanti agli ospedali, nei borghi, nelle aree dop agricole eccetera. In più, è la stessa Eni che informa la Regione di quanto petrolio estrae in barili … più facile di così si muore … come infatti muoiono i lucani … di cancro e di patologie cardio-respiratorie, oltre che di fame … dato che nonostante l’Eni, il petrolio, la Fiat di Melfi, le ferriere a Potenza e il salottificio di Matera, restiamo l’ultima regione d’Italia e quella che ha il più alto tasso percentuale di emigrazione.

 [/testimonial]

[testimonial name=”Giuseppe di Bello” site=”Fanpage.it” url=”http://www.fanpage.it/basilicata-veleni-reportage”] Una regione in continuo spopolamento dove gli emigranti sono più dei residenti. Un luogo ideale dove occultare veleni e gestire gli scarti industriali senza il timore di essere visti da occhi indiscreti. I veleni della Basilicata finiscono raramente sotto i riflettori. Giuseppe Di Bello è un tenente della polizia provinciale di Potenza che da privato cittadino aveva svolto indagini sull’inquinamento delle acque del bacino idrico del Pertusillo in Val d’Agri. Da quelle analisi sono emersi valori pericolosi: arsenico, bario, cadmio, alluminio ed altri metalli pesanti erano presenti nelle acque in grandi quantità.  [/testimonial]

Nella foto: Pozzo petrolifero all’imbrunire – Val d’Agri (PZ).

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