Software libero e lavoro agile

“La professionalità sta nel sapere come farlo, quando farlo, e nel farlo.”
Frank Tyger

Molte aziende private e anche la PA stanno scoprendo, in questi giorni a mobilità ridotta, la possibilità di lavorare nella cosiddetta “modalità agile“, ovvero fuori dal proprio ufficio, dalla propria scrivania.

Come è già stato ampiamente spiegato, questa nuova modalità di lavoro consente sicuramente una maggiore flessibilità ma, al contempo, anche la necessità di adattarsi strumenti e procedure diverse dall’ordinario.

Il software libero rappresenta indubbiamente un enorme vantaggio per il lavoratore “agile”, a iniziare dall’estrema flessibilità delle licenze d’uso che ne consentono l’utilizzo e l’installazione anche sui dispositivi di proprietà personale del dipendente.

Penso ai tanti software commerciali acquistati dalle aziende, spesso poco flessibili e inadatti a lavorare in situazioni dinamiche, impossibili da personalizzare (talvolta possibile solo dietro generosi compensi) e da gestire in condizioni diverse dall’ordinario.

Ringrazio il giorno in cui decisi che l’infrastruttura VoIP dell’azienda dove lavoro avrebbe dovuto essere realizzata con software opensource e totalmente aderente agli standard pubblici, anche a fronte di un impegno maggiore in fase di progettazione e di implementazione: questo ci permette, oggi, di poter beneficiare di una enorme platea di software da adattare alle situazioni e ai sistemi operativi più disparate. Cosa ben diversa sarebbe accaduta se, invece, avessimo deciso di implementare una delle tante soluzioni commerciali blindate e proprietarie: avremmo dovuto sottostare alle scelte del produttore, che magari non ha interesse nello sviluppo del supporto per certe piattaforme (come avviene, purtroppo, abbastanza di frequente).

Nella peggiore delle ipotesi, con una soluzione open source è sempre possibile commissionare ad una azienda o a uno sviluppatore indipendente la necessità di sviluppare la soluzione ad una certa necessità: opzione impossibile quando le specifiche sono proprietarie e segrete.

Talvolta capita che, per necessità, si faccia ricorso a software pirata o craccati: niente di più sbagliato e pericoloso (oltre che illegale), perché spesso questi software sono veicolo per malware che può danneggiare il vostro sistema o rubarvi i dati e le credenziali, comprese quelle dell’home banking.

Peraltro, il ricorso a software libero da parte della PA è esplicitamente richiesto dal CAD – Codice dell’Amministrazione Digitale– che all’art.68 comma 1 recita testualmente:

1. Le pubbliche amministrazioni acquisiscono programmi informatici o parti di essi a seguito di una valutazione comparativa di tipo tecnico ed economico tra le seguenti soluzioni disponibili sul mercato: a) software sviluppato per conto della pubblica amministrazione; b) riutilizzo di software o parti di esso sviluppati per conto della pubblica amministrazione; c) software libero o a codice sorgente aperto; d) software combinazione delle precedenti soluzioni. Solo quando la valutazione comparativa di tipo tecnico ed economico dimostri l’impossibilita’ di accedere a soluzioni open source o già sviluppate all’interno della pubblica amministrazione ad un prezzo inferiore, e’ consentita l’acquisizione di programmi informatici di tipo proprietario mediante ricorso a licenza d’uso. La valutazione di cui al presente comma e’ effettuata secondo le modalità e i criteri definiti dall’Agenzia per l’Italia Digitale, che, a richiesta di soggetti interessati, esprime altresì parere circa il loro rispetto”.

Art 68 comma 1 del Codice dell’Amministrazione Digitale

Se ne deduce, quindi, che le PA sono obbligate a effettuare una valutazione comparativa tra le varie soluzioni software esistenti, privilegiando quelle a sorgente aperto. È altresì fondamentale che la PA adotti, per la condivisione di materiale e documenti, formati standard aperti per garantirne l’accessibilità.

Per finire, cercando di essere di aiuto a tutti coloro che si trovano in lavoro agile, di seguito una rassegna (parziale e incompleta) di software per utilizzo comune disponibili liberamente e gratuitamente per i sistemi operativi più diffusi:

Grafica

  • Gimp (www.gimp.org) – Fotoritocco, disegno, composizione e elaborazione immagini bitmap. Supporta tutti i formati grafici più diffusi;
  • Inkscape (inkscape.org) – Grafica vettoriale. Supporta EPS, PS, AI, SVG, PDF…;
  • MyPaint (mypaint.org) – Disegno per artisti digitali, con supporto specifico per tavolette grafiche;
  • Blender (www.blender.org) – Manipolazione ed elaborazione grafica 3D. Leader del settore;

Fotografia

  • Digikam (www.digikam.org) – Gestione fotografie con funzionalità di fotoritocco, elaborazione livelli, effetti, etc etc etc…;
  • Darktable (www.darktable.org) – Elaborazione fotografica professionale, alternativa libera a Adobe Lightroom;

Video

  • VLC (www.videolan.org/vlc/) – Famoso player per moltissimi formati audio e video che non ha certo bisogno di presentazione;
  • OpenShot (www.openshot.org) – Editing video professionale;
  • OBS Studio (obsproject.com) – Video recording e broadcasting. Perfetto per produzioni e streaming su Youtube, Facebook, Twitch….

Ufficio e produttività

  • LibreOffice (it.libreoffice.org) – Fork libero di OpenOffice, suite completa da ufficio, con word processor, foglio di calcolo, presentazioni, modellazione DB…;
  • Scribus (www.scribus.net) – Impaginazione professionale, per la creazione di depliant, brochure, manifesti…;

Videoconferenze

  • Jitsi Meet (meet.jit.si) – Videoconferenze veloci, semplici e sicure, senza installare niente sul proprio PC;
  • Jami (jami.net) – Videoconferenze, condivisione schermo, messaggistica, chiamate audio/video…;

Se avete altri software da consigliare o indicare, lasciate pure un commento qui sotto.

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