23° giorno – All’italiana

“Gli italiani amano le grandi parole e i fatti piccoli.”
Vilfredo Pareto

Mai come in questi giorni sto riflettendo sul significato di “all’italiana”. Sono tante le cose “all’italiana“: la cucina, il buon vivere, l’arte, il design ma anche l’organizzazione, le file, le regole e la burocrazia.

Siamo la Patria del “severamente vietato (in cosa differisca dal semplice “vietato” mi è ancora un mistero), delle norme severe e stringenti che però nessuno è in grado di rispettare. Norme spesso piene di deroghe, come quelle che delimitano in modo non sempre netto cosa si può e cosa no in questo periodo di quarantena. Talmente tante deroghe che, alla fine, ne vanificano l’efficacia stessa.

Ho provato a fare un riassunto delle situazioni per le quali si può mettere il naso fuori casa:

  • andare a fare la spesa, senza limiti, purché in prossimità di casa. Anche se non consigliato, non è vietato andarci anche più volte al giorno;
  • andare alla Posta o in farmacia, purché vicino casa;
  • andare al vivaio (novità di questi giorni);
  • portare il cane a fare pipì, purché in prossimità dell’abitazione (quanto sia “prossimità” non è del tutto chiaro);
  • fare attività fisica, rigorosamente non ludica (vietato ridere mentre si corre), in prossimità dell’abitazione;
  • comprovate esigenze di salute;
  • andare e tornare dal lavoro o, comunque, spostamenti legati all’attività professionale;

In caso di controllo, le forze dell’ordine richiedono al cittadino di sottoscrivere una auto-dichiarazione (già cambiata 4 volte …sembra una barzelletta!) in cui si assume la responsabilità di un sacco di cose, compresa la conoscenza delle normative regionali, provinciali e comunali in merito alla quarantena. Forse sperano che, con tanto tempo a disposizione, ci si impegni tutti a studiare giurisprudenza!

A proposito di giurisprudenza, un avviso a tutti i novelli “giustizieri della notte” nostrani, che al posto della pistola preferiscono lo smartphone: fotografare e pubblicare sui social le foto di chi, secondo loro, contravviene alle regole può comportarvi una denuncia penale.

Ci si domanda, giustamente, se in tutta Europa le regole della quarantena siano simili. A quanto leggo da un articolo su Giap, pare che in Italia abbiamo le restrizioni maggiori per quanto riguarta l’attività all’aria aperta. Se nel resto d’Europa, Spagna esclusa, la regola è quella di mantenere la distanza interpersonale, in Italia l’ora d’aria deve essere tassativamente in prossimità di casa. A meno di dover soddisfare una delle necessità elencate sopra.

Anche i droni cominciano a dare i loro risultati: a Siena hanno sanzionato gli 8 partecipanti –tra adulti e bambini– a una festicciola in un giardino privato, incuranti delle disposizioni restrittive della quarantena. A quanto si apprende dall’articolo sulla stampa locale, il controllo è stato attivato da una segnalazione. Super pigiami fate festa, sarà una splendida giornata anche questa!

A Milano ha preso fuoco un piano del Tribunale, distruggendo –dice la stampa– tutta la cancelleria dei Gip (Giudici Indagini Preliminari). Con un tweet, il Guardasigilli Bonafede ha dichiarato che “il Ministero darà il sostegno necessario a chi si sta impegnando per non consentire al Coronavirus di fermare la giustizia“. Quale sia il collegamento tra l’incendio e il Coronavirus potrebbe diventare oggetto di accurate indagini.

A Firenze, intanto, 130 genitori hanno sottoscritto una petizione indirizzata al Sindaco Nardella per chiedergli di concedere mezz’ora d’aria al giorno ai bambini. Devo dire che, secondo me, Nardella ha risposto con estremo buonsenso che “un’ordinanza non serve e che “mezz’ora d’aria per i bambini” è cosa lecita, osservando le dovute prescrizioni quali la distanza di sicurezza e il divieto di assembramento“. Di diverso avviso il sindaco Biffoni della vicina Prato, che si scaglia contro questa interpretazione suggerendo che “basta usare buon senso, giocare sulle scale, davanti al proprio garage, a turni nei giardini condominiali, di fronte a casa. Questo è quello che oggi è possibile, non di più“. Quale possa essere la differenza tra un giardinetto condominiale (magari di quei condomini enormi da 50-60 appartamenti) e un giardinetto pubblico rimane un mistero. Uno dei tanti di questa quarantena all’italiana.

Che alla fine, questo nostro modo di essere all’italiana, sarà quello che ci salverà anche questa volta. Nel bene e nel male.

Per finire, un consiglio a chi si trova ad affrontare una videochiamata/videoconferenza in questi giorni di smartworking. Fatemelo dire, inizio ad avere la nausea di queste narici pelose in primo piano, dei volti sfuocati, degli sfondi inopportuni. Capisco che ormai debilitati da oltre 20 giorni di mancanza di esercizio fisico anche i 200gr dello smartphone siano un peso difficile da sostenere ma fate lo sforzo di tenere l’inquadratura al livello degli occhi o anche leggermente più alta, inclinando sensibilmente verso il basso. Mantenete una distanza adeguata per avere gli occhi del volto a fuoco e, se possibile, lo sfondo leggermente sfuocato (tecnicamente, si chiama bokeh). Se dovete fare videoconferenze, l’ideale è avere una webcam esterna e montarla su un cavalletto telescopico (es. io ho un comodo selfie stick regolabile), così da poter regolare l’altezza almeno a livello degli occhi.

Ah, se dovete fare una videoconferenza e non sapete come farla, suggerisco vivamente l’uso di Jitsi Meet: gratuito, veloce, essenziale e basta davvero un browser per iniziare. Supporta, dicono, fino a 75 utenti contemporanei.

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