La rivoluzione non sarà televisiva

La responsabilità della televisione, in tutto questo, è enorme. Non certo in quanto “mezzo tecnico”, ma in quanto strumento del potere e potere essa stessa. Essa non è soltanto un luogo attraverso cui passano i messaggi, ma è un centro elaboratore di messaggi. È il luogo dove si concreta una mentalità che altrimenti non si saprebbe dove collocare. È attraverso lo spirito della televisione che si manifesta in concreto lo spirito del nuovo potere. Non c’è dubbio (lo si vede dai risultati) che la televisione sia autoritaria e repressiva come mai nessun mezzo di informazione al mondo. Il giornale fascista e le scritte sui cascinali di slogans mussoliniani fanno ridere: come (con dolore) l’aratro rispetto a un trattore. Il fascismo, voglio ripeterlo, non è stato sostanzialmente in grado nemmeno di scalfire l’anima del popolo italiano: il nuovo fascismo, attraverso i nuovi mezzi di comunicazione e di informazione (specie, appunto, la televisione), non solo l’ha scalfita, ma l’ha lacerata, violata, buttata per sempre”. Pier Paolo Pasolini

Dopo il cosiddetto “diktat” di Grillo ai suoi candidati di non andare in TV, ecco che subito i giornalisti si sono accaniti, tacciandolo di voler essere troppo autoritario.

Personalmente credo che Grillo abbia ragione: non siamo ancora pronti, preparati, per poter apparire in TV a rilevanza nazionale. Molti del nostro movimento sono giovani e quasi nessuno ha esperienza politica. Questo è il nostro bello ma, purtroppo, in TV siamo abituati a vedere politici scaltri, veri professionisti della comunicazione, con un controllo del corpo, della postura, della dizione invidiabili. E con i giornalisti sempre pronti a osannare il politico di turno, evitando domande scomode e –se richiesto dallo stesso– a ripetere una intervista poco convincente.

Non ci sono dubbi che la TV, come dalla citazione di Pasolini con la quale ho aperto questo post,  “sia autoritaria e repressiva come mai nessun mezzo di informazione al mondo”. La TV non offre la possibilità di correzione e si viene valutati anche per una serie di fattori che non è facile imparare a controllare, come il linguaggio del corpo. Il Movimento 5 Stelle ha idee, iniziativa e volontà. Ma non siamo professionisti della comunicazione. Il consiglio, forse un po’ autoritario, di Grillo è assolutamente condivisibile: la TV potrebbe essere capace di distruggere parte del consenso faticosamente guadagnato !

Chi rimprovera a Grillo di “voler essere l’unico ad andare in TV” rispondo che SI, è vero: Grillo è l’unico che adesso può permettersi di andare in TV, da uomo di spettacolo con una forte esperienza di comunicazione televisiva, scaltro abbastanza da non farsi fregare.

Non abbiamo bisogno del mezzo televisivo: siamo forti sul web, una infrastruttura libera e bidirezionale, che ci permette di avere un confronto aperto sulle idee e sulle proposte.

Lasciamo la TV a Grillo e alla vecchia politica, morta, che si imbrodola nella loro stessa porcilaia, a cui ormai nessuno più crede. I numeri, dl resto, parlano chiaro: il successo del M5S non è da attribuirsi alla TV !

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